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Martedì Grasso... a chi? Festeggiamo a tavola, ma non troppo

Martedì Grasso, certo che ha uno strano nome. Tante volte lo abbiamo sentito nominare, ma spesso senza sapere l'effettivo motivo di quel nome, o senza conoscere la tradizione che si cela dietro a quelle due parole tanto semplici da sole, quanto inusuali se accostate. Il nome Martedì Grasso è così strano che solo a sentirlo nominare ti vengono già i sensi di colpa, non trovi?
Ma perché quindi si chiama così? Dobbiamo mangiare tanto in questo giorno? E perchè proprio nel periodo di carnevale e non prima o dopo?


Martedì grasso: tra opulenza e arido deserto

Inizio facendo un po' di chiarezza, e permettimi di vestire i panni di Piero Angela per qualche istante. Allora: il Martedì Grasso conclude la settimana dei sette giorni grassi di carnevale, e precede il Mercoledì delle Ceneri che segna l'inizio della Quaresima, ovvero i quaranta giorni dedicati al digiuno, alla penitenza e alla preghiera che precedono la Pasqua.

Ecco dunque che in questa giornata è come se ci si trovasse nel mezzo tra due realtà: alle nostre spalle c'è il "grasso" della settimana di carnevale, che da tradizione è il periodo di festa, con dolci tipicamente fritti e tavole imbandite, di fronte a noi invece c'è il deserto più arido, la siccità del digiuno del lasso temporale precedente la Pasqua. Ovviamente si scherza, ma secondo la tradizione religiosa la Quaresima è contraddistinta da una dieta priva di carne.

Secondo la cultura tradizionale, dunque, il Marterdì Grasso è quel giorno che sancisce la fine del "piacere" e degli sfizi a tavola, e rappresenta quindi l'exploit, la vetta della montagna degli "sgarri"! In quest'ottica, il Martedì Grasso è quindi l'occasione per consumare tutti i cibi succulenti rimasti in casa, tra cui la carne, considerata anticamente un alimento lussuoso.
Inoltre il "grasso" che accompagna il martedì è sempre stato associato al maiale, simbolo per eccellenza dell'opulenza. Fortuita coincidenza è che se in Francia c'è "Il Tempo delle Mele", qui da noi c'è il "tempo del maiale", e fa già ridere così. Il periodo infatti che inizia dal 13 dicembre, il giorno di Santa Lucia, e si protrae per tutto il mese di gennaio, è tradizionalmente considerato il tempo perfetto per la lavorazione delle carni di maiale e la produzione dei primi salumi. Questo perché gennaio è il mese giusto in quanto comprende i fenomeni ideali per l’ottenimento della massima qualità: il clima freddo, un certo grado di umidità e pure un po' di nebbia.
Dunque prendiamo il tempo del maiale, irroriamolo con l'abbondanza del dolce Carnevale e otterremo il Martedì Grasso per eccellenza.


Tempi moderni: il menù del "Martedì Grasso ma non troppo"

Oggi però bisogna dire che la Quaresima non è più così rigorosamente rispettata come anni fa, dunque non è più necessario sfogare i propri peccati di gola prima di questo periodo. Per questa ragione ciò che proponiamo è di conservare la tradizione secolare di questa giornata, portando a tavola il piacere, evitando al contempo di esagerare con grassi e calorie (se cerchi menù sciapi e dietetici però non sei nel posto giusto).

Ecco qui un suggerimento di menù per il tuo Martedì Grasso, con ingredienti gustosi e saporiti che ti permetteranno di portare in tavola l'allegria della festa, ma senza esagerare troppo: riuscirai a richiudere il bottone dei pantaloni una volta finito di mangiare.

Iniziamo dall'antipasto: mi sento particolarmente burlona dal proporti un caprino sottocenere, un formaggio più magro e digeribile rispetto ad altri, che ha quel tocco sfizioso di cenere in superficie che ti farà pensare al giorno successivo. Si sposa bene ad una mostarda alle pere oppure del miele di acacia.

Passiamo al primo piatto. Non è mia intenzione causare sgomento, ma la proposta è una buona dose di carbonara con la pancetta che prende il posto del guanciale. Conosciamo bene l'italianità di questo piatto e non vogliamo uccidere la tradizione (giammai!), vogliamo solo fare una piccola eccezione e un piccolo conto di calorie per non far saltare il bottone ai jeans. Già, peché il guanciale è più grasso e ha più calorie: a parità di quantità, se ad esempio prendiamo 100 g di entrambi i prodotti, troveremo che la pancetta conterrà 450 kcal, a fronte di un 45% di grassi e un 40% di acqua; mentre il guanciale conterà 655 kcal, vincendo il podio del salume più grasso, con il 70% di grasso e il 22% di acqua. Una grattuggiata di pecorino, una spolverata di pepe nero e il gioco è fatto! Vabbè lo ammetto, adesso mi sento in colpa. Facciamo così, chiamiamola "Carbonara sbagliata" eh? Ora mi sento meglio. Poi se vuoi abbondare con le calorie o la tua italianità si sente ferita... guanciali tuoi! Anche guanciali miei, dato che alla fine anche la mia italianità è rimasta ferita (non nascondo la lacrimuccia).

Ti propongo anche un secondo a base di maiale, un bel filetto fresco di maiale, cucinato al forno o in padella, servito con un contorno di verdure, come cipolle, patate o zucchine. Succoso e che si scioglie in bocca... da leccarsi i baffi!

Per il dolce, dato che è l'ultimo giorno di carnevale, rimango sui classici tradizionali: frittelle o chiacchiere, però al forno! In questo modo si mantiene un po' di contegno e alla fine del pasto non avrai le mani unte e un peso sullo stomaco.
Direi che ti ho presentato il giusto compromesso per un ottimo pasto, succulento e delizioso, togliendo un po' di grasso da questo martedì.

Non hai ancora cercato i prodotti selezionati da Spaghetti&Mandolino? Cosa aspetti? Buon Martedì!

Sara Bettoni

S&M  - autoreS&M

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